sabato 16 maggio 2009

Lettera Aperta per Liana e Nevepioggia.

Mie care,

E' vero io ho preso a paragone delle realtà di cui una che  conoscete meglio voi, e come ho scritto nei commenti a Nevepioggia della realtà che voi conoscete è giusto che ne parli chi la conosca. Io mi sarei basata solo sui luoghi comuni.

Rileggete per favore il mio post, perchè mi pare che abbiate fatto perno solo su una parte che vi riguarda da vicino, perdendo il senso di ciò che ho scritto. Si parla di un prima e non di una vita piena di incognite. Ho parlato di disabili: dovevo specificare "persone che perdono l'uso delle gambe o della braccia in seguito a malattie debilitanti come A. o in seguito ad incidenti, o come B. che è affetta da spina bifida"?
Non parlo di figli che nascono con disabilità genetiche o acquisite per negliegenza altrui, di bambini come Simone. Parlo di tutt'altro tipo di disabilità. Mi spiace ma nella nostra lingua non esiste una parola per definire varie categorie di disabilità.

Liana nessuno mette in dubbio che l'essere genitori è una "rosa con molte spine": ti sembro così ingenua da pensare che sarà una passeggiata?

E per quanto riguarda l'accostamento perdita cane/gatto bambino, mi spiace ma non c' alcun tipo di paragone. La perdita cane/gatto è solo l'esempio di una perdita affettiva, ne minore ne maggiore ne uguale.

Ed Ora se volete vi riassumo il pensiero in modo più spiccio in modo che non si perda tra troppe parole.

Tutti noi, me compresa, (non credo di essere una miracolata o un illuminata), troppo spesso ci fermiamo ad usare il nostro piccolo mondo personale come metro di misura per tutto dimenticandoci che in contesti collettivi dove magari conosciamo poco le persone che ci circondano (vedi una ML tematica) possono esserci persone che non hanno avuto gli stessi privilegi dalla vita che abbiamo avuto noi. Perciò credo che se prima di raccontare vicessitudini quotidiane a fiume come se fossero la cosa più naturale che TUTTI fanno o hanno fatto, ci si fermasse a pensare che forse qualcuno non può farlo e che questo le può far male, forse ci si conterrebbe un po' e magari si farebbe un passo per cercare di capire anche le persone che ci sono accanto e non solo noi stessi.

Con Affetto,
Laura GDS

Con a

13 commenti:

  1. bè, allora, permettimi di fare un commento anche su questo post, anche se non sono menzionata:
    Se rileggi bene il tuo precedente post ti rendi conto che non è questione di Lingua Italiana.
    E non è un discorso di figli disabili o no, oppure tipi di disabilità.
    Qui il discorso per chi legge, è che tu metti il perno su una sensibilità che si dovrebbe avere nei confronti del (come tu hai scritto) più grande dei dolori che ci sia, un'impossibilità di procreare.
    È qui che vorrei farti presente che ti sbagli: quello che tu consideri il male più grande, da altri punti di vista è un male minore, e che non esiste un metro che decida QUALE è il male peggiore.
    È qui che io ho voluto fare luce.
    Non puoi dire che per la disabilità ci sono protesi che sopperiscono...cosa?
    Il fisico sopperiscono...ma l'Anima? Non esiste protesi che può sostenerla, te lo dico io.
    Ad esempio io posso averli figli Laura, le mie ovaie sono a posto, ma non li faccio per buonsenso....quindi io come dovrei soffrire paragonata a chi ha solo l'impedimento "naturale"???
    Doppio, triplo?? Te lo dico io: infinito...dopo il danno la beffa.
    Ma ciò non mi ha mai impedito di gioire per le felicità altrui, compresa la tua, e di rispettare i dolori altrui.
    La mia filosofia, che mi ha mantenuta in piedi per tutto questo tempo è: se mi siedo a deprimermi è la fine.
    Per cui, purtroppo, sembrerò spietata, non mi interessa, sono fatta così, e giusto per terminare e specificare, non ho mai fatto nessun rimbrotto a chi soffre per mali propri, ho sempre rispettato chi soffre anche per una sciocchezza, perchè la sofferenza è soggettiva, mi da fastidio chi pensa che ci sia un male più grande di altri.
    Spero di essere stata più chiara.

    RispondiElimina
  2. bè, allora, permettimi di fare un commento anche su questo post, anche se non sono menzionata:
    Se rileggi bene il tuo precedente post ti rendi conto che non è questione di Lingua Italiana.
    E non è un discorso di figli disabili o no, oppure tipi di disabilità.
    Qui il discorso per chi legge, è che tu metti il perno su una sensibilità che si dovrebbe avere nei confronti del (come tu hai scritto) più grande dei dolori che ci sia, un'impossibilità di procreare.
    È qui che vorrei farti presente che ti sbagli: quello che tu consideri il male più grande, da altri punti di vista è un male minore, e che non esiste un metro che decida QUALE è il male peggiore.
    È qui che io ho voluto fare luce.
    Non puoi dire che per la disabilità ci sono protesi che sopperiscono...cosa?
    Il fisico sopperiscono...ma l'Anima? Non esiste protesi che può sostenerla, te lo dico io.
    Ad esempio io posso averli figli Laura, le mie ovaie sono a posto, ma non li faccio per buonsenso....quindi io come dovrei soffrire paragonata a chi ha solo l'impedimento "naturale"???
    Doppio, triplo?? Te lo dico io: infinito...dopo il danno la beffa.
    Ma ciò non mi ha mai impedito di gioire per le felicità altrui, compresa la tua, e di rispettare i dolori altrui.
    La mia filosofia, che mi ha mantenuta in piedi per tutto questo tempo è: se mi siedo a deprimermi è la fine.
    Per cui, purtroppo, sembrerò spietata, non mi interessa, sono fatta così, e giusto per terminare e specificare, non ho mai fatto nessun rimbrotto a chi soffre per mali propri, ho sempre rispettato chi soffre anche per una sciocchezza, perchè la sofferenza è soggettiva, mi da fastidio chi pensa che ci sia un male più grande di altri.
    Spero di essere stata più chiara.

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  3. Sei stata chiarissima Tittiz, e sai che non ti avrei mai chiesto di parlarne ne in pubblico ne in privato.

    Si hai ragione: ho parlato di "male più grande" restando in un campo strettissimo, e prendendo esempi fuorvianti.

    Sono anche perfettamente d'accordo con te che "chi si siede è perduto", ma è un passo che secondo me si fa dopo aver accusato il colpo e aver deciso la propria personale strategia per uscire dal proprio dolore.

    E poi non sono perfetta e il mio verbo non è legge. Ogni tanto devo pur prendere qualche cantonata (più o meno grossa) per ricordarmi di essere umana anch'io.

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  4. Sei stata chiarissima Tittiz, e sai che non ti avrei mai chiesto di parlarne ne in pubblico ne in privato.

    Si hai ragione: ho parlato di "male più grande" restando in un campo strettissimo, e prendendo esempi fuorvianti.

    Sono anche perfettamente d'accordo con te che "chi si siede è perduto", ma è un passo che secondo me si fa dopo aver accusato il colpo e aver deciso la propria personale strategia per uscire dal proprio dolore.

    E poi non sono perfetta e il mio verbo non è legge. Ogni tanto devo pur prendere qualche cantonata (più o meno grossa) per ricordarmi di essere umana anch'io.

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  5. le parole di Tittiz esprimono molto bene quello che ho pensato appena letto il tuo post. E ho messo il primo commento.
    La seconda cosa che ho pensato è stata....PERCHE' Laura scrive questo?? Non è da lei....
    Che cosa ha provocato un post così lungo e risentito?
    Non credo di avere la risposta,ma sono sicura che c'è.
    Per il resto ...mettersi nei panni altrui è sempre difficile,se non impossibile. Credo di averlo fatto molte volte,so di essere una che odia piangersi addosso,nonostante i momenti di sconforto ci siano ovviamente.Preferisco ironizzarci su.
    Ma ho visto lungo il percorso,e ancora di più negli ultimi tempi,che
    pochi si mettono nei panni altrui,pochissimi,nei rapporti personali ( parlo dei miei logicamente). Ho visto persone che parlano benissimo,persone che conoscono mio figlio,usare proprio Simone per arrivare a colpire me.
    Sanno che è il mio punto debole.
    E non si mettono nei miei panni...non possono...non sanno farlo. E forse nemmeno interessa provarci.
    E confesso che in questi casi mi viene da mandare a vaffa... loro e i loro guai. Non so se mi capisci,magari sbaglio ( nemmeno io sono perfetta,PER FORTUNA!)
    ma .....così mi capita.
    Grazie per il chiarimento.
    Ciao!

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  6. le parole di Tittiz esprimono molto bene quello che ho pensato appena letto il tuo post. E ho messo il primo commento.
    La seconda cosa che ho pensato è stata....PERCHE' Laura scrive questo?? Non è da lei....
    Che cosa ha provocato un post così lungo e risentito?
    Non credo di avere la risposta,ma sono sicura che c'è.
    Per il resto ...mettersi nei panni altrui è sempre difficile,se non impossibile. Credo di averlo fatto molte volte,so di essere una che odia piangersi addosso,nonostante i momenti di sconforto ci siano ovviamente.Preferisco ironizzarci su.
    Ma ho visto lungo il percorso,e ancora di più negli ultimi tempi,che
    pochi si mettono nei panni altrui,pochissimi,nei rapporti personali ( parlo dei miei logicamente). Ho visto persone che parlano benissimo,persone che conoscono mio figlio,usare proprio Simone per arrivare a colpire me.
    Sanno che è il mio punto debole.
    E non si mettono nei miei panni...non possono...non sanno farlo. E forse nemmeno interessa provarci.
    E confesso che in questi casi mi viene da mandare a vaffa... loro e i loro guai. Non so se mi capisci,magari sbaglio ( nemmeno io sono perfetta,PER FORTUNA!)
    ma .....così mi capita.
    Grazie per il chiarimento.
    Ciao!

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  7. Ogni dolore è un dolore. Sono d'accordo con Tittiz. Il massimo rispetto anche al dolore del bimbo che perde il palloncino che vola via: le prime lacrime per la perdita di qualcosa. Io soffrirò molto quando i miei gatti se ne voleranno sul ponte. Soffro alle volte anche per persone che non conosco.
    Sono una persona che non chiede mai a una coppia senza figli perchè non ne ha, tanto per capirci, perchè NON SO cosa ci sia dietro una coppia senza figli: voglia di stare soli, sterilità, malattie, disaccordo? Ad ogni modo, ho perso un figlio a 17 anni, non è stato bello, e finchè non sono stata al settimo mese di gravidanza, 6 anni dopo, non ho avuto nessuna certezza di poterne avere, visto che ho fatto le gravidanze a letto con cerchiaggio e flebo, una fatica..(ho tremato quando ti ho vista in tuta pronta ad andare in moto). E dopo il secondo figlio ho pianto quando ho visto mia sorella perchè non mi sembrava giusto avere avuto due figli sani e lei no.
    Ma non è questo il punto. Non mi aspettavo, aldilà del tema che per me scotta, di sentir dire che bisogna abbandonare i propri panni e che "la vostra libertà finisce dove va a ledere quella altrui" in un post dove poi si sconfessa ciò che si chiede. No, avere figli non è una passeggiata Laura, neanche quando nascono sani. Ma nonostante le mie fatiche degli ultimi anni non te l'avevo detto. Odio le persone che dicono "figli piccoli, pensieri piccoli; figli grandi, pensieri grandi". Le ho sempre odiate, anche adesso che so che avevano ragione. Proprio perchè non si mettono nei panni di una coppia giovane che ha il diritto di sperare che tutto vada sempre bene. Ho molti amici con bimbi piccoli e vengono sempre volentieri da noi, perchè raccontiamo le nostre storie ma non togliamo loro la speranza che il loro futuro sarà sereno, e se dovesse essere burrascoso sanno che avranno qualcuno a dare una mano. Cosa che auguro anche a te, con tutto il cuore. Sempre.

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  8. Ogni dolore è un dolore. Sono d'accordo con Tittiz. Il massimo rispetto anche al dolore del bimbo che perde il palloncino che vola via: le prime lacrime per la perdita di qualcosa. Io soffrirò molto quando i miei gatti se ne voleranno sul ponte. Soffro alle volte anche per persone che non conosco.
    Sono una persona che non chiede mai a una coppia senza figli perchè non ne ha, tanto per capirci, perchè NON SO cosa ci sia dietro una coppia senza figli: voglia di stare soli, sterilità, malattie, disaccordo? Ad ogni modo, ho perso un figlio a 17 anni, non è stato bello, e finchè non sono stata al settimo mese di gravidanza, 6 anni dopo, non ho avuto nessuna certezza di poterne avere, visto che ho fatto le gravidanze a letto con cerchiaggio e flebo, una fatica..(ho tremato quando ti ho vista in tuta pronta ad andare in moto). E dopo il secondo figlio ho pianto quando ho visto mia sorella perchè non mi sembrava giusto avere avuto due figli sani e lei no.
    Ma non è questo il punto. Non mi aspettavo, aldilà del tema che per me scotta, di sentir dire che bisogna abbandonare i propri panni e che "la vostra libertà finisce dove va a ledere quella altrui" in un post dove poi si sconfessa ciò che si chiede. No, avere figli non è una passeggiata Laura, neanche quando nascono sani. Ma nonostante le mie fatiche degli ultimi anni non te l'avevo detto. Odio le persone che dicono "figli piccoli, pensieri piccoli; figli grandi, pensieri grandi". Le ho sempre odiate, anche adesso che so che avevano ragione. Proprio perchè non si mettono nei panni di una coppia giovane che ha il diritto di sperare che tutto vada sempre bene. Ho molti amici con bimbi piccoli e vengono sempre volentieri da noi, perchè raccontiamo le nostre storie ma non togliamo loro la speranza che il loro futuro sarà sereno, e se dovesse essere burrascoso sanno che avranno qualcuno a dare una mano. Cosa che auguro anche a te, con tutto il cuore. Sempre.

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  9. @Neve: In tutta sincerità non ci riesco a mettermi nei tuoi panni: arrivo solo ad immaginare intuire che dire " difficile" potrebbe essere riduttivo.

    @Liana: Non riesco a seguire il tuo ragionamento. Mi pare che ci si stia dicendo cose diverse. Vorrei capire meglio se non ti scoccia, ma vorrei farlo in via privata. Senza fretta e solo se ti va.


    Comunque ringrazio tutte e tre, Liana, Neve e Tittiz, per avermi fatto capire che il mio post e sbagliato perchè esageratamente ristretto ad un solo tipo di casistica.

    Non lo cancellerò per il semplice motivo che ne è nato un bel confronto e che mi ha aiutata a fare quello che chiedo ad altri e che non ho fatto per bene in quel post: fare attenzione a chi mi sta attorno e a quello che potrebbe vivere o provare e che non conosco.

    Grazie

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  10. @Neve: In tutta sincerità non ci riesco a mettermi nei tuoi panni: arrivo solo ad immaginare intuire che dire " difficile" potrebbe essere riduttivo.

    @Liana: Non riesco a seguire il tuo ragionamento. Mi pare che ci si stia dicendo cose diverse. Vorrei capire meglio se non ti scoccia, ma vorrei farlo in via privata. Senza fretta e solo se ti va.


    Comunque ringrazio tutte e tre, Liana, Neve e Tittiz, per avermi fatto capire che il mio post e sbagliato perchè esageratamente ristretto ad un solo tipo di casistica.

    Non lo cancellerò per il semplice motivo che ne è nato un bel confronto e che mi ha aiutata a fare quello che chiedo ad altri e che non ho fatto per bene in quel post: fare attenzione a chi mi sta attorno e a quello che potrebbe vivere o provare e che non conosco.

    Grazie

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  11. Grazie Laura....mi conforta sapere che ci sono persone come te,disposte mettersi in discussione.
    Hai la mia ammirazione e la mia stima.

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  12. Grazie Laura....mi conforta sapere che ci sono persone come te,disposte mettersi in discussione.
    Hai la mia ammirazione e la mia stima.

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  13. Ecco la Laura che mi pareva di conoscere. Sono sempre disponibile per riparlarne, via mail o anche per telefono se vuoi. hai ragione a lasciare il post, ci mancherebbe. Qui sei a casa tua, anche se ovviamente c'è la finestra aperta.. e qusto provoca il dibattito. Ma sono sempre dell'idea che, nel rispetto reciproco, ci si capisce. L'importante è dirsi le cose chiaramente ma con tranquillità. Un abbraccio...

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