lunedì 3 febbraio 2014

IEO

Da che è stato diagnosticato il tumore a  mia mamma tutti mi hanno detto " portala via da Lodi".
Ci ho messo due cicli di chemio a convincere mia mamma a sentire un lator parere, mentre continuava a non mangiare a perdere forze ad indebolirsi senpre di più.
Tutti mi dicono di portarla in Venezian, all'istituto dei tumori, ma ho seguito il consiglio della mia migliore Amica (e se mi legge nel pensiero da oltre vent'anni lo sarà bene) e la porto allo IEO, che è comunque un 20 km più vicino.
I motivi tanti.
Primo c'è bisogno del sostegno psicologico che a Lodi non c'è. O meglio lo devi richiedere tu. Peccato però che se non ti dicono che puoi averlo, o lo buttano lì come se fosse una quisquilia, il sostegno psicologico manco ti sogno di chiederlo.
Secondo di qualcuno che la aiuti davvero. O ci aiuti ad aiutarla.
E' dimagrita tantissimo che poco ci manca che la radiografia gliela fai guardandola controluce, e nessuno a Lodi si è preso la briga di dirle che quando fa la chemio lunga potrebe rimanere spossata per una settimana.
Si limitano a dirle " mangi quello che vuole", ma se la sua dieta quotidiana si riassume in 3 fette biscottate qualche tazza di tè, una fialetta di ricostituente che le ho "prescritto" io, e qualcos'altro a pranzo e cena, come fa ad avere le energie che le servono per affrontare gli effetti collaterali della chemio?

A questo aggiungo le mie considerazioni.
Io mi ci impegno a ripetermi che per almeno altri 6 mesi non si può capire se le terapie stanno facendo effetot o no, ma sinceramente a me vederla così non piace.
Non mi soffermo a dire che " mi si stringe il cuore", perchè quelli sono affaracci miei, che tengo ben chiusi da qualche parte, ma la vedo sempre più debole sempre più affaticata sempre più giùdi morale che non capisco se sia un effetto collaterale della chemio, se sia colpa del tumore o se sia colpa di entrambe el cose. In pratica più la vedo più a me sembra che si stia lasciando andare.
Di fatto se lo sta facendo non ha il coraggio di ammetterlo nemmeno a se stessa.

Vedo che vivono malissimo la situazione: non capiscono nulla di quello che sta accadendo e sono stati lasciati da soli in balìa della tempesta. Anche da me talvolta,c he mi nascondevo dietro al devono imparare a rivedere le loro posizioni. Ma le cose anzichè adattarsi ai cambiamenti sono semplicemente degenerate.
Mio padre vive in un perenne stato di ansia preoccupazione ed agitazione, e pare che l'unica cosa che gli dia sollievo è andare a prendere Marina alla materna, quando sono blindata in casa con al iaia ammalata ( e siamo a 2 settimane). Mia madre nel suo lungo periodo di unica amministratrice della vita sua ed altrui non concepisce per nulla il fatto che le cose possono essere fatte in modo diverso dalle altre persone, che le picocle cose come prendere una salvietta da mettere in bagno può essere fatto da qualcun'altro che non è un disonore se lo fanno gli altri per lei e che non è quello il "reagire" decantato da un'infermiera del day hospital oncologico che deve dividersi tra miliardi di pazienti e cose da fare, limitando ad una parola tutto il sostegno psicologico che è stato dato.

A volte vorrei avere la casa così grande da averli qui, anche se mi farebbero ammattire e preoccupare più di quello che già non fanno, e non avremmo più "zone sicure" dalle influenze che le bimbe portano in casa, ma tante cose sarebbero più gestibili, fosse anche solo il fatto di farla ragionare.

Oggi pensavo che se fosse possibile ricoverarla per un po' non sarebbe malaccio: lontana da casa non può rompere i coglioni se le cose non vengono fatte come le farebbe lei nel momento in cui le farebbe lei, togliendosi una fetta di stress, e mio padre non vedendola che non mangia che scapriccia e che rompe i coglioni potrebbe tirare un attimo il fiato, che male non gli farebbe.

Oppure un bel badile: una bella badilata a tutti e due e magari rinsaviscono, oppure s'elimina il problema.

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