domenica 29 giugno 2014

Io, le mie idee, e la depilazione con pasta di zucchero (o araba) faccio da me

Sono diventata da un po' di tempo una drogata da estetista: cioè vado, mi faccio coccolo-torturare con la ceretta e via.
Diciamo che certi punti del corpo da sola non ci riesco poi tanto bene, come il retro coscia o una brasiliana totale, fatta eccezione per quello che chiamerei "ciuffo decorativo", perchè il tutto glabro mi fa un po' troppo bambina e a 40 anni il pelo "" ci vuole ( curato, non "a boschetto selvaggio").
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L'ultima volta ho provato la depilazione in pasta di zucchero.

FIGATA!!!!!

PASTA DI ZUCCHERO PER TUTTA LA VITA!!!!

Non solo per quello che riguarda inguine vulva e perineo, ma sto valutando l'idea di usarla dovunque.

Mi documento, e scopro che è una cosa antichissima e che viene tutt'ora praticata in casa in buona parte delle regioni nord e centro africane!
In pratica, a noi ce la spacciano come al novità dell'anno, e poi in verità è una cosa vecchia come il cucco, perciò studio mi documento prendo ricette guardo filmati e ci provo. Per le ricette e consigli "degli altri" cliccate qui.
Mi armo di zucchero,limone acqua padella cucchiaio e contenitore di vetro ( perchè io della plastica non mi fido) e la preparo.
Scopro a 24 ore dalla preparazione che mi sono fermata troppo presto e non ho una pasta di zucchero, ma uno sciroppo denso.
Nema problema! Lo ributto sul fuoco lo riaddenso un po' e lo sfreddo alla veloce "a bagno maria" con acqua e ghiaccio e viene pronta!

Secondo me, ognuno deve prenderci la mano e i consigli per "la prima volta" nessuno lì dà.
Quelli che secondo me sono importanti sono i seguenti:
1- tenete a portata di nano un po' di straccetti di cotone, che quando stendete la pasta di zucchero troppo "slandra" che a mano non viene, la pezzetta vi  salva: la applicate sulla pasta di zucchero che vi è rimasta incollata alla gamba e la tirate via. Le pezzette si lavano e si riutilizzano.
2- Fatela in bagno, non come me sul balcone,che poi i lapilli zuccherosi partono chissà dove rischiando di colpire vostro marito e il suo pc, o, come è accaduto finire sulla coda del gatto (Lenticchia ringrazia, si fa per dire).
3- Se avete gatti chiudete la porta del bagno: la pasta di zucchero viene via facilmente con l'acqua e pochissimo olio di gomito, ma il gatto "alopecico"non è bello.

giovedì 12 giugno 2014

il giro del mondo in ottanta libri part two

sono sopravvissuta alla settimana di fuoco!
Ma di quello ne parleremo un'altra volta.

In tutto i casino della settimana scorsa, ho trovato rifugio per un po' di relax nei libri, ed è ripartito il giro del mondo in ottanta libri con un po' di domande personalissime sull'inserire o no alcuni libri, come ad esempio "il cacciatore d'aquiloni".

E' vero che è ambientato a  Kabul, dove forse, e non lo so per certo, esisteva davvero questa tradizione del volo-lotta di aquiloni, ma la storia in sé se la retrodatiamo agli anni venti in Germania potrebbe reggere benissimo: due bambini, una separazione socio-culturale che loro vivono e non vivono, la persecuzione la fuga una vita nuova da rifugiati... se la posto di un bambino pashtun e un bambino hazara mettiamo un bambino tedesco ed uno ebreo la storia reggerebbe ugualmente.

Quindi nel dilemma lo metto non lo metto, perchè per la storia in sè non è nulla di socio-geograficamente significativo, ho deciso di metterlo lo stesso, per il quantitativo di terminologia afgana utilizzata che forse è l'unica cosa valida.

Quindi al sesto posto metto il cacciatore d'aquiloni.

Poi ci sono anche altri posti, di libir apena letit e libri tornati alla memoria.

7° La bambina di Polvere di Wendy Wallace. Più biografia che romanzo, parla della condizione dei "figli del peccato" e della condizione delle donne considerate meno di zero in Sudan. Una storia coinvolgente, che nei primi anni della vita della protagonista ( la storia incomincia col suo primo ricordo di lei poco più che in fasce in orfanotrofio) ha una visione distaccata quasi onirica di tutto quello che accade, fino a prendere consapevolezza, una volta adulta, della sua situazione e di quello che è il mondo che la circonda.

8° Ho vinto l'Alaska, di Libby Riddles: dal caldo peso al gelo estremo: racconto autobiografico della prima donna che ha vinto l'Iditarod, la gara più lunga ed ambita nell'ambito dello sleddog. Vi assicuro che passare dai 40 gradi invernali del Sudan ai -6, -8 del "caldo" alaskiano, fa una certa impressione, soprattutto ora. Il libro oltre alla storia di Libby e della sua muta è corredato di schede esplicative a cura di Tim Jones per quello che riguarda il mondo dei musher e dello sleddog, e dell'Iditarod stesso.

9° Memorie di una Geisha. L'ho letto parecchio tempo fa e non so perchè non l'ho inserito nel precedente post, ma nonostante sia ambientato nel Giappone a cavallo tra le 2 guerre apre le porte ad un mondo misterioso di case basse a porte scorrevoli, e donne affascinanti e misteriose che mescolano cultura arte dell'intrattenimento e della seduzione, quali le Gheishe che non esistono in nessuna altra parte del mondo.

10° Noi ragazzi dello zoo di Berlino. La Germania divisa dalla guerra fredda, una città chiusa da una cinta muraria e il disagio di ragazzini e ragazzi abbandonati a se stessi. E' una storia di degrado che potrebbe essere benissimo ambientata a Milano come a New York, Ma si parla si Zoo di K-damm e di quark, perciò per gli stessi motivi per cui ho inserito il cacciatore di aquiloni anche la biografia di Christiane F. entra nel giro del mondo.

11° Il meraviglioso viaggio di Niels Holgersonn. Forse il titolo non è precisissimo. Questo libro è stato studiato a tavolino per essere un "viaggio geografico" da un insegnante. Narra la storia di un bambino rimpicciolito da un folletto che si ritrova a viaggiare sulle oche sopra la Scandinavia. Chi è della mia generazione probabilmente si ricorda che c'era pure un cartone animato.

Se penso che i primi tre li ho letti in queste 2 settimane e gli altri sono dispersi negli altri 30 anni della mia vita, mi chiedo quali altre perle mi sono scordata.