sabato 25 luglio 2015

un disperato bisogno di danzare.

Primavera 1995.

Metto i soldini da parte e partecipo ad un seminario di danza del ventre. L'insegnante è egiziano e parla solo arabo e francese: non capisco nulla e mi appendo al sacro principio "monkey see monkey do". Dovevo fare solo il sabato pomeriggio, ma mi esalta tantissimo e mi accordo per seguire anche la domenica: ne esco fuori con un bagaglio immenso e i piedi distrutti: releveè tutto il tempo, e mai fatto in vita mia.
Quel fine settimana si distruggono anche le mie nike air con la scarpetta interna in neorpene: le scarpe più amate della mia vita.
E' l'inizio di un percorso che non avrei pensato mi portasse a diplomarmi insegnate, sopratutto con una pausa di 10 anni senza corsi in mezzo.
A circa 2 mesi di distanza segue uno stage estivo: 4 lezioni in una settimana di 3 ore per volta, che entrano a spezzare gli studi per la maturità e mi consacrano definitivamente alla danza.

Estate 96 e 97: i primi 2 saggi della mia vita il mio costume fatto completamente a mano da me, poi i soldi mi servono per pagarmi i biglietti aerei per Berlino: ah, l'amour....

poi il buio. Nel '98 non riesco proprio a iscrivermi ad un corso: vuoi che l'unica scuola della città che conosco è frequentata anche da l mio ex uno stronzo manipolatore che mi avrebbe messo tutto il mondo contro (riuscì anche a mettermi contro il mio migliore amico), vuoi che metto su casa con Luca, e la coperta è quel che è: non può coprire tutto tutto. Nel '99 una nuova scuola, con una delle migliori insegnati che ci possano essere, ma lo scoprirò solo molto tardi, nel 2014, e lascio domop un paio di mesi, per tempo, per soldi, perchè non mi irotrvo con la filosofia della scuola, così diversa dall'altra ed io troppo rigida mentalmente per poter prendere solo ciò che mi interessa: la danza.

un buio, ma relativo, perchè la danza mi è rimasta nel cuore e continuo a vibrare fare 8 piatti e verticali inversi e non a ondualre mani e braccia.

nel 2007 vado per la prima volta in Egitto: le musiche la festa del venerdì sera mi risvegliano qualcosa che ho dentro e penso che forse prima o poi...

Poi arriva la primavera del 2010: ho partorito da poco più di 6 mesi, sono in piena depressione post partum, mi vedo condannata a non potermi allontanare da mia figlia per più di mezz'ora. In casella trovo un volantino " Dina Martini insegnante di danza egiziana". Chaimala danza del ventre chiamala danza egiziana, sono la stessa cosa, dico io. In realtà non lo sono, per come imposta il discorso l'insegnante, ma va da sè che alla prima lezione gratuita mi presento, mi diverto da morire perchè so già fare, e mia mamma che era con me, mi regala il corso che sapeva io non avrei fatot perchè i soldi servono per altre priorità.
inizio così un cammino con Dina e con quelle che poi diventeranno le Monetine Danzanti, un percorso che mi ha regalato molti dubbi, molta amarezza, che mi ha comunque insegnato a "radicare" questa danza a terra, cosa che alla magica ne Ada ne Irene avevano fatto, per quanto invece trasmettessero a piene mani la passione e la gioia di danzare.
2010-14: a novembre lascio le monetine danzanti. I fattori? Tanti. Tecnicamente non crescevo. Il gruppo era affiatato, unito, ma a me pareva sempre che mancasse "qualcosa". Probabilmente le scaramucce e le discussioni che nascevano erano quel qualcosa che non trovavo, e che sinceramente non saprei se definirlo una mancanza di passione o di quel briciolo di faccia tosta o di voler crescere bene. Ammetto anche che non condividevo molte scelte dell'insegnante, anche dal punto di vista tecnico-didattico: che senso ha lavorare su uno stile come il baladi se non correggi la tecnica di base e lasci correre?
Quindi me ne vado piena di risentimento, perchè sono fatta così sono una passionale.
Torno alla scuola del 1999 lo Zagharid, che nel frattempo ha cambiato sede.
Trovo un clima fantastico, e un insegnante, non solo di danza ma anche di vita: lei è troppo umile per poterlo ammettere, ma Jamila, se la ascolti con attenzione, oltre ad insegnarti come muovere i piedi ti insegna anche tolleranza e rispetto. rimango lì solo pochi mesi da novembre 2014, ad aprile 2015, e ne esco con un bagaglio tecnico accresciuto, un bagaglio culturale nuovo e un bagaglio umano stupendo. ah già dimenticavo, anche con un diploma d'insegnante di danza medio orientale di primo livello.

Ora sono qui in Germania e ci sono giorni che non so dove sbattere la testa per la danza. Ho frequentato per un mese un corso di tribal: l'insegnante è fantastica, ma  a me la tribal non mi piace. Sebbene il principio sia interessante, trovo la troppo statica e asimmetrica per i miei gusti.
Ho provato anche un altra scuola, che fa danza del ventre, ma per quanto l'insegnante fosse entusiasta di me, io non lo sono stata di lei: per quanto dovrei essere più tollerante, mi viene difficile fare un riscaldamento senza seguire il ritmo della musica, soprattutto se marcato.
Così ho ripiegato su 2 lezioni fai da te" pagandomi un ora di palestra e studiando da sola.
Bello ed intenso, ma mi sono scornata subito che la mia pignoleria: ripetere per 3/4 d'ora un movimento perchè non mi piace come lo rendo, è tosto. Studiare da sola ha una triplice finalità. danzare, creare dei pezzi per propormi in sagre di paese, farmi conoscere per cercare di aprire un mio corso.
Ecco sbatto la testa per le coreografie. Vuoto assoluto. Anche a riprendere in mano cose che ho già studiato come quella per lesame d'insegnamento non mi viene fuori nulla di buono.

c'è una sola cosa da fare: danzare. e poi verranno fuori da sole le cose.

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