domenica 22 novembre 2015

vorrei andare in vacanza

Ieri ho fatto un couscous con verdure e il solo aroma delel spezie mi ha trasportato a migliaia di km di distanza da qui, per un istante, facendomi sentire in vacanza.
Sarà il cambio di stagione, sarà il ciclo,  sarà il cambio dei ritmi con la scuola di tedesco 4 giorni alla settimana tutta la mattina, sarà che Valeria continua a comportarsi una merda dopo che i bambini "senza genitori" sono stati qui, sarà quel che sarà ma io ho voglia di andare in vacanza.
Lasciando l'attrezzatura da sub a casa.
Già perchè a me piace fare immersioni, mi stacca la testa, ma sono così stanca ora che l'idea di sobbarcarmi ANCHE l'incombenza di dovermi immergere a tutti i costi, no grazie.
Vacanza: vorrei riposarmi, non fare un beneamato cazzo, non inventarmi qualcosa perchè se no non so come riempire il tempo.

lunedì 16 novembre 2015

Vaso della felicità

La settimana la faccio cominciare da domenica mattina.

Mentre attendevo Luca di ritorno dall'aeroporto ( leggasi post precedente) mi capita di leggere del " vaso della felicità". si tratta di una specie di gioco promemoria personale senza coinvolgere chissà che: ogni giorno prima di andare a dormire si prende un foglio di carta piccolo e qualsiasi e si scrive un momento della giornata che ci ha reso felici.
Trovo l'idea geniale, e penso che se l'avessi fatto incominciare domenica il momento felice sarebbe stata la partenza degli amici.
Poi leggo oltre e l'inventrice inizia a sbrodolarsi addosso che: "si è resa conto che i momenti che la rendono felice sono i più semplici".
 Diiiiooo che carie!
 Sarò acida ma se la tua felicità dipende da un "raggio di sole" devi avere una vita talmente di merda per aggrapparti a qualsiasi cosa: per me le piccole cose della vita come un raggio di sole, una tazza di caffè o altro che sono lo stato base di felicità quotidiana!
Ma le cose cambiano: sarà che a me tutto lo scrivere smieloso mi sta alquanto sulle palle, ma il senso de " la felicità sta nelle cose semplici" lo conosco bene eccome. Perchè di fatto una passeggiata in bici tutti insieme non è qualcosa di straordinario, è una cosa semplice e bella se fatta con serenità. Passare la domenica sul divano (dopo 8 km di pedalata) non è una cosa complicata, (anche se per me straordinaria, visto che corro sempre).
Così penso proprio che lo farò il vaso della felicità, già che mi è rimasto appiccicato nel pensiero fino ad oggi.


domenica 15 novembre 2015

Deutsch als fremdsprache

Disclaimer: Questo post, come quello di venerdì e di domani li ho scritti venerdì, prima dei fatti di Parigi. Oggi, domenica 15 novembre, sinceramente non avrei voglia di raccontare di frivolezze, ma la vita va avanti e deve andare avanti cercando soluzioni, anche nel piccolo personale.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Lunedì ho iniziato il corso di tedesco: dael 8 alle 12.15 4 giorni la settimana.
Il corso è eterogeneo, forse fin troppo: per essere in cammino verso il B1 c'è gente che fa troppa fatica a leggere l'insegnante pur di portarli avanti si fa un culo a capannello, ma se non fanno personalmente nel tempo libero quello sforzo in più per migliorare non ne vengono fuori. Il risultato è che le lezioni sono più indietro di quello che dovrebbero.
Personalmente non mi lamento, perchè non avendo praticamente mai studiato tedesco, per me tutto ciò che è la grammatica mi è sconosciuta ed imparare, come è accaduto, che il verbo nella costruzione della frase viene sempre in seconda posizione ( cosa che significa talvolta spostare il soggetto dopo il verbo), mi fa solo piacere.
L'insegnante è tostissima e ci riempie di compiti: se non fosse per i 42 anni che mi ritrovo la odierei, mentre ora a quanto pare riesco a comprendere l'importanza di certe cose. Chissà se riuscirò a spiegarla bene anche alle mie figlie.
Venerdì ci ha fornito anche un elenco di 4 pagine di verbi da imparare a memoria in vista dell'esame di certificazione: non mi ricordo fosse stato così duro imparare l'inglese.
Sempre venerdì, complice forse la pioggia, sono tornata a casa un po' immogita ( non esiste ! deriva da "essere mogia"): nonostante riesca a cavarmela piuttosto bene nella conversazione spiccia, mi rendo conto che l'hoch deutsch che t'insegnano nei corsi di lingue spesso non è di così facile comprensione.
così mi sono detta che è meglio non soffermarsi sul sentirmi mogia, perchè non porta nulla di buono: fa perdere fiducia speranza capacità di comprensione e conduce alla via di quel "*** ce la faccio" che ti auto-convince per il peggio.

mi sa che mi servono solo un altro paio di penne colorate e "sterminare" tutti i quaderni quadernini e quadernotti che ho in giro a furia di scrivere e ripetere le cose che sono da imparare. Intanto so quali preposizioni vogliono l'accusativo e quali il dativo, ed è già una buona cosa.

sabato 14 novembre 2015

niente frivolezze per oggi

Per oggi era in pubblicazione un altro post, uno di quelli personali che parlano di frivolezze tutto sommato.
Poi sono successi fatti tragici di quelli che vengono riportati dai nostri giornali perchè vicini, perchè collegati, perchè.... e non me la sono più sentita di lasciare le mie frivolezze. Domani forse.

Ho letto di stolti più o meno famosi che inneggiano alla chiusura delle frontiere.

Questa è la notizia che mi sconvolge più dell'attentato terroristico di Parigi.

Sinceramente chiudere le frontiere è un po' come tirare lo sciacquone per spegnere l'incendio in cucina: non serve ad un beneamato cazzo.

Iniziamo a fare i distinguo tra persone per bene e pezzi di merda, che per entrambi non esiste una religione, una nazionalità, un colore della faccia prestabilito.
Iniziamo ad usare la testa autonomamente e non lasciandoci inebetire da una classe politica corrotta che governa la maggior parte delle testate giornalistiche, tv e radio, e che come strumento di governo usa fomentare paura ed odio pur di non dare la possibilità di pensare ad un popolo mediamente ignorante (4 libri l'anno a persona non è indice di cultura, scusate).

Se vi sentite offesi dalle mie parole, riflettete.
Se pensate che sia io la stolta, prego siete liberi di scrivere la vostra opinione. In italiano corretto, e citando fonti autorevoli. se non siete in grado di farlo riflettete.

venerdì 13 novembre 2015

sassi nelle scarpe

L'ultimo post, l'ho scritto settimana scorsa per buttare fuori una situazione che riguarda più mia figlia che me.
Ora tocca a me, con un po' di ritardo.
Una settimana fa sono venuti a trovarci cari amici dall' Italia, I primi. Certo l'avvenimenot ci ha fatto piacere, ma noi quattro siamo rimasti del tutto spiazzati.
Anche loro sono in 4, con 2 maschi con la stessa distanza delle nostre con un anno e pèoco più in meno delle nostre: in pratica loro figlio maggiore è alla materna.
dicevo siamo rimasti spiazzati, perchè di fatto, non ostante frequentarsi era piuttosto frequente non ci eravamo mai resi più di tanto conto di come fossero i loro bambini: per comodità di tutti andavamo sempre noi da loro, approfittando del giardino, così i 4 marmocchi in genere giocavano in sintonia e noi verso le 18-19 levavamo sempre le tende.
E' vero che ogni genitore cresce i figli come meglio crede, ma noi 4 ci siamo ritrovati schiavi dei capricci di due bambini che non muovono passo se la mamma non gli solleva il piede e l'unico modo per avere del tempo per sè, è ipnotizzandoli davanti alla tv.
Ora non che per le mie sia un evento raro guardare un dvd o KIKA ( corrispondente italiano dei vari canali per bambini, ma assolutamente privo di pubblicità e strutturato in modo più intelligente) ma dover mettere su un film alle 20 ed uno subito dopo per avere il tempo di chiacchierare tra adulti perchè nessuno dei 2 (quasi 5 e 2 anni) si addormenta senza la mamma o il papà nel letto...
Se a leggere questo siete rimasti basiti quanto lo siamo stati noi, capirete quanto la candida ammissione " ma a me va bene così mio figlio andrà a dormire nel suo letto quando sarà pronto" faccia pensare che abbiano sottovalutato il problema e che siano completamente servi dei figli.
Quattro anni fa la invidiavo/ammiravo perchè riusciva ad avere ancora una sua vita di cene o pranzi con gli amici a casa sua, o addirittura era riuscita a ritagliarsi 3 giorni per andare a fare un corso di guida sicura in moto, ma ora sto rivalutando la mia posizione vedendo che i sacrifici che ho fatto nei primi anni di vita delle mie figlie e l'impegno che metto per renderle indipendenti mi stanno ripagando: ho 2 bambine che al ristorante, senza giochi o matite per colorare, riescono ad intrattenere conversazione su temi a loro accessibili o fare giochini mentali senza disturbare gli altri commensali.
Vi lascio immaginare come si siano comportati gli altri due se la cameriera è dovuta venire a chiederci di fare meno rumore. Vi lascio immaginare anche il senso di vergogna infinito che è caduto su me e su Luca, mentre sui di loro genitori è continuato imperterrito il totale menefreghismo.

Vi prego non venite a dirmi che " eh le bambine sono più tranquille, i maschi sono più vivaci": tutte stronzate, è solo questione di educazione data ed attenzione fornita.
Perchè non è "Anarchia" rimpinzare di salatini tuo figlio che ha fame mentre guarda la tv, al posto di chiedermi "a che ora si mangia": è menefreghismo nei sui confronti, ed anche nei miei/nostri che mentre preparo la cena mi dici " ah non preparare anche per loro perchè tanto non mangiano".

In ultima analisi, per risparmiare se ti dico che "venire in macchina è meglio", credimi. Così magari anzichè prendere il volo delle 7 del mattino costringendo Luca ad alzarsi alle 5.30 per portarvi in aeroporto parti un po' dopo magari alzandosi alle 7 della domenica che per molti è inconcepibile, ma che sicuramente è più accettabile. Anzi fate prima, ci rivediamo quando i tuoi figli saranno sufficientemente indipendenti da non aver voglia di venire a trovare gente per lo più sconosciuta.

sabato 7 novembre 2015

Preoccupazioni?

Alle elementari é arrivato un bambino dall'Italia che non sa nemmeno dire "Trinken Essen e Toilette", parole che abbiamo insegnato alle nostre subito per poter andare all'asilo quando avevano 5 anni abbondanti l'una e 3 e qualcosa l'altra.

Ieri al ritiro dall'OGS (leggi doposcuola) a Luca hanno detto che Marina si è messa a piangere urlando " non sono mica sua mamma!"

io sto cercando di capire la situazione del vissuto di Marina.

Va da sè che un bambino che non spiccica nemmeno una parola d'Italiano che viene messo in classe con Marina sia alla mattina che al pomeriggio le si appiccica come una cozza, come un naufrago del Titanic ad un salvagente, ma mi chiedo: " è corretto per Marina?"

Io ho avuto modo di parlare coi genitori. Disperati come noi per la situazione lavorativa italiana, mi paiono brave persone che stringono i denti per cercare qualcosa di meglio, e li capisco: d'altronde abbiamo fatto la stessa scelta, ma.... Ma sarò una schifo di classista, ma quando sento cose tipo " eh il tedesco mo' me lo insegno", Scusate mi viene solo da dire, beh prima dovresti quanto meno imparare l'italiano.

Poi ho avuto modo di scambiare 2 parole con il bambino. Sinceramente non so se sembra intontito per "il cambio d'aria" o se lo è, ma conoscendomi per come "ti taglio giù una persona con 2 colpi di falcetto" propenderei per la seconda. Peggio è che mi sembra un po' il classico finto tonto, quello che finge di stare sulle nuvole per scantonare un problema. Episodio successo l'altro giorno nel cortile della scuola:
"Jonathan*, dov'è il tuo zaino?"
"Eh l'ho dimenticato a casa."
La sua risposta dopo averglielo visto la mattina all'ingresso della scuola per dire che lo zaino era ancora in classe"
Il dialogo è avvenuto in italiano quindi se mi dici "casa" al posto di "classe", insomma qualcosa mi pare non girare nel verso giusto.

Da quel poco che ho capito, il bambino J. le sta appiccicato e Marina che è quel troppo buona da essere Cogliona (e sì lo dico io che sono la sua mamma) non solo le fa da interprete, ma si prende la briga di fare cose che non le competono come allacciargli le scarpe.

Domani mi prenderò il tempo di mettermi lì con Marina e farmi raccontare un po' di cose. Intanto penso che un pomeriggio alla settimana Marina non andrà al doposcuola per prendersi il suo tempo, e se dovesse servire mi renderò disponibile per assistere il bimbo direttamente a scuola per un paio d'ore.



* Il nome è di fantasia: l'unica cosa di attinente con la realtà è che rispecchia quell'attitudine italiana di usare nomi anglosassoni, al posto dei corrispettivi italiani.

giovedì 5 novembre 2015

two lost souls "d(l)iving" in a fish bowl

Certo la citazione è dei Pink Floid, ma non c'entra nulla col post, però mi piaceva come titolo.

La Germania è un posto magnifico, ma di tanto in tanto qualcosa manca, come il mare caldo. Il mare c'è e non sarebbe neppure lontanissimo da Köln, ma anche in piena estate, non ci s'avvicina manco per sbaglio ai 20 °C, e la semistagna potrebbe non bastare.
Perciò che hanno fatto i tedeschi, che comunque hanno una buona popolazione subaqquia?
Si sono inventati piscine da 18 metri, e una, guarda che culo sta a mezz'ora di macchina da casa nostra.
Quindi in mancanza del mare, che è volubile come una donna capricciosa, ci si rivolge alla piscina.
Noi si va qui: Dive 4 live, Siegburg.

Le comodità di un diving center, unite alla comodità di una piscina. Poi rimane la scomodità di tornare a casa con la roba bagnata ed averla appesa in giro per casa per una settimana in attesa che asciughi per benino.

Un posto così è letteralmente una palestra con panorama, rispetto ad una qualsiasi altra piscina. E soprattutto ti dà l'idea di cosa possa voler dire "essere un pesce che vive in un acquario": per quanto l'ambiente sia arricchito, lo spazio è limitato e alla lunga noioso. Certo queste sono riflessioni che può fare un umano, non riusciamo ad entrare nei pensieri di altri umani ne di altri mammiferi che ci vivono a fianco, figuriamoci nella mente di un pesce, ma posso garantire che 40 minuti d'immersione lì, hai visto tutto o quasi.

Le foto alla prossima volta: tutte quelle che abbiamo fatto sono venute inguardabili. No no non voglio fare la modesta, ma abbiamo sbagliato qualcosa nelle impostazioni della macchina fotografica e sono talmente scure che non si vede nulla!

lunedì 2 novembre 2015

altre lezioni

Settimana scorsa c'è stato lo spettacolo della scuola di danza di Yasmin di Bonn, scuola che per problemi oggettivi, primario di parcheggio, secondario di aria pesantemente muffosa nella sala danza, non frequento più.
Sull'insegnante, sul metodo, non posso esprimermi: in 3 mesi abbiamo solo studiato le 2 coreografie per lo spettacolo, senza tecnica o che altro, però da questa esperienza ho imparato qualcosa.

Ho imparato, che se hai a che fare con una persona straniera, che può avere difficoltà di comprensione, è meglio usare poche parole semplici che tante cercando di spiegare il concetto.

Ho imparato che per migliorare bisogna mettersi molto in gioco, anche fosse una coreografia principianti che trovi fin troppo lenta, a maggior ragione se il tuo, cioè mio, difetto DA SEMPRE è quello di anticipare. Ho capito solo all'ultimo, sul palco, la musica.

Ho capito che la mia tecnica non mi è bastata per essere all'altezza della situazione.

Ho imparato che gli errori che hanno fatto altri puoi farli anche tu (cioè sempre io) in forma diversa, ma concettualmente uguali.
Ho sempre criticato quell'episodio in cui 3 su sei si presentarono con il costume uguale, che non era quello richiesto dall'insegnante, lasciando le altre 3 tra cui c'ero io, vestite in modo completamente diverso che invece avevano seguito le direttive.
Ecco ho fatto lo stesso errore. Mi era stato chiesto di mettermi un body in rete sulla mia mozzarellica panza bianca per lo spettacolo. So che per  difetto di postura ( non ci sto attenta) accentuo la panza, ed effettivamente non è bellissima da vedere: coprendola sparisce un po'. Tuttavia il mio body è molto più scuro della mia carnagione. Così ho pensato di lavorare meglio sulla postura, controllandomi meglio per non mettere un capo d'abbigliamento che si vedeva fin troppo coprire volendo dare un effetto " nudo" che non c'era. Quello che volevo l'ho ottenuto: una figura migliore di quella di partenza, ma evidentemente non era abbastanza o non era ciò che l'insegnante volesse da me, così la sera dello spettacolo convinta di potermela cavare con una mano di fondotinta sulla pelle bianchissima, e senza un body troppo scuro, mi sono presentata sul palco così.

Oggi ad una settimana di distanza mi arriva una lettera di lamentela perchè non ho messo il body come concordato. Io ho pensato e agito di testa mia senza parlarne con l'insegnante, ed ho sbagliato. Lei ha ammesso di essere troppo presa dallo spettacolo e dalla sua influenza per poter prestare attenzione a tutto. Ai fini del rapporto di fiducia insegnante-allievo, non ha importanza il fatto che comunque ero presentabilissima anche senza, ma la mancanza di comunicazione che c'è stata. Vorrei tralasciare il fatto di "aver fatto una cattiva pubblicità" a me e a lei perchè non ho messo la retina a coprire la mia pancia bianca, ma proprio non riesco. Non riesco a pensare che la mia pancia bianca sia più cattiva pubblicità, della mancanza di sorriso (sempre mia colpa e non solo mia), o delle allieve di gruppi più esperti che non sapevano stare a tempo e che avevano l'espressività di un muro di mattoni.
Mi hanno detto che non devo fare paragoni, e non voglio farne, ma se vuoi darmi la colpa di avermi/ti fatto cattiva pubblicità dimmi che avrei dovuto sorridere, che da me ti saresti aspettata questo non che il mio corpo mi/ti fa cattiva pubblicità. Io col mio corpo ci vivo bene e voglio mostrarlo così com'è perchè chi non è perfetta per la copertina di Vogue (e anche lì la perfezione la si fa con photoshop e con la denutrizione, sai che roba!) possa credere di poter star bene con se stessa anche con 2 gravidanze, anche con la pelle chiara, anche con quei 3-4 chili di troppo.

Quindi sì ho sbagliato perchè non mi sono attenuta agli accordi della rete sulla pancia, pensando che lavorando sulla postura potessi tenerla a bada e così ho fatto ed ho ottenuto, ma evidentemente questo non era sufficiente ne desiderato e non l'ho capito.


Si noti nella foto la piega cicciottosa, lo sguardo per terra, un abbozzo di sorriso (e non un sorriso vero), e l'accenno di smagliature da parto.

Scusate ho ricevuto lamentele fortissime dal body: vuole essere mostrato anche lui.


Questa foto ha un anno e mezzo di distanza da quella sopra ed avevo una panza più prorompente. Vorrei far notare il salto di colore tra la rete e il mio braccio, salto che con l'altro costume, più scoperto, sarebbe stato infinitamente evidente.