giovedì 23 giugno 2016

io e la sminchiologia

prima di tutto dovete sapere che "truccarsi" in tedesco si dice schminken. da qui la "sminchiologia" che è più divertente e a me adattabile di "cosmesi".
Post contest, come ho già detto, è emerso che DEVO imparare a truccarmi e che l'unico modo è provare e riprovare, ma come tutte le cose se provi e riprovi una cosa sbagliata, impari una cosa sbagliata.
E' vero internet è pieno di tutorial, ma i tutorial non insegnano MAI le fondamenta, ad esempio come scegliere il concelaer, la base il primer per gli occhi, i colori e soprattutto come applicarli. spesso si limitano a dire " scegliete " il colore più adatto alla vostra pelle" ma come si fa a sceglierlo?
quando si va a prendere un trucco nuovo si prova sempre il colore sul dorso della mano: ieri ho scoperto che per scegliere la base devi usare il polso e vedere che "scompaia" completamente. Pare anche che ci siano differenze tra chi al sole diventa nero, come la mia amica Betty ( che è milanese quanto me ma per la pelle l'è teròna) oppure. come me, di un bel colore a scelta tra peperone e lampone a seconda dell'ustione raggiunta.
Settimana scorsa ho risposto all'appello di una " compaesana" che cercava persone da truccare gratis. Pensavo si trattasse di un estetista che volesse fare pratica prima di aprirsi l'attività, ed invece è una " beauty consultant": in pratica una che si prende mezz'ora del suo tempo e mezz'ora del tuo, ti trucca gratis (qualcuno si ricorderà la foto sul profilo FB) per farsi pubblicità alla linea di prodotti che vende la Mary Kay. Se in un primo momento ho pensato ad acquistare piano piano da lei ciò che mi servirebbe più per il palco che per il trucco da "ogni giorno", dopo ieri sera, credo che non accadrà.
Qui in Germania esistono catene di drogherie: in Italia credo la cosa che s'avvicini di più , non conoscendolo bene, sia il Tigotà, qui ci sono Il DM e il Rossman e forse qualche altra, ma io conosco queste. Ieri sera al DM hanno organizzato una serata bellezza, partecipanti massime 10, ognuna con le sue domande e le sue richieste. Io ho fatto la domanda che volevo "principi e fondamenti". La commessa che mi ha seguito, mi ha rilasciato una lista di quello che farebbe al caso mio, e devo ammettere che a parte la palette Maybelline, che trovo più adatta per un trucco ad uso quotidiano che uso palcoscenico, tutto il resto è notevole! Soprattutto mi è piaciuto il fatto che mi ha fatto vedere come fare, mi ha spiegato cosa stesse facendo, mi abbia fatto fare. Nell'altro caso mi sono trovata truccata di tutto punto senza sapere cosa, come e perchè. So che la qualità di un prodotto può fare molta differenza sul prezzo finale, ma non potendo fare paragoni sulla qualità, perchè non sono un esperta, posso solo fare paragoni su ciò che conosco bene, tipo il mio portafoglio, e posso affermare che con quello che spenderei per un rossetto Mary Kay oggi  al DM ci ho comprato: Concealer nuovo, Primer occhi, Pennello per la base, Pennellino labbra, una pallina per massaggiarmi il piede, il gel da barba per mio marito, e mi sono pure avanzati dei soldi!
Ora devo attendere perchè a quanto pare la base che mi è stata consigliata ieri è finita ed attendono il nuovo riassortimento.

domenica 19 giugno 2016

nuove avventure

La vita è una danza che gira, a maggior ragione quando si tratta della parte danzante della tua vita.
Sono stata raccattata cucciolo di danzatrice incazzoso e chi mi ha raccolta mi ha aiutata a diventare migliore su molto fronti indirizzandomi bene: grazie Claudia.
Ora è capitato a me: mi sono imbattuta in 2 cucciole di danzatrici, rimaste senza insegnante per motivi che non conoscono e non mi competono, e l'idea che mi danno, con rispetto parlando, è che siano disorientate.
Ho, quindi, le mie allieve.
Oddio, non so nemmeno se si possano definire così, perchè stiamo a più di 2000 km di distanza e possiamo solo comunicare via messanger e scambiandoci video esplicativi. Quindi domande dubbi e perplessità passano per scritto, e tra le tante domande mi hanno chiesto delle gare di danza.
Questa è stata la mia risposta.
In verità no, non so come funziona in Italia, però ho scaricato il regolamento FIDA: sai mai che non mi serva in un futuro prossimo. Dicevo che no, no so come funzionino le gare in Italia perchè  l'unica gara a cui ho partecipato è qui in Germania. Ci sono arrivata per caso, non mi ci ha indirizzata un' insegnante, mi ci ha spinto mio marito a farla perchè era stanco di vedermi frustrata nel fare coreografie che non mi convincevano. Mi ci ha spinto perchè credeva in me, nelle mie capacità. E poi sì amiche e college sia insegnanti che danzatrici mi hanno detto "vai e fai". Così sono partita ed ho scelto la musica, ho creato la mia coreografia, ho cucito e decorato il mio vestito. Non ho vinto, ma mi sono divertita ed ho dimostrato a me stessa di essere migliore di ciò che credevo. Per quello che la mia unica esperienza, partecipare ad una gara è emotivamente più impegnativo di uno spettacolo, ed è anche tecnicamente e come preparazione più impegnativo di uno spettacolo. Prima di andare in gara sono salita sul palco come danzatrice solista e di gruppo più volte e trovata talvolta ad improvvisare, che vuol dire avere una buona /ottima conoscenza della tecnica e faccia tosta da vendere: non ci si può fermare spaesate perchè si è dimenticato quale passo viene dopo, tanto in uno spettacolo quanto a maggior ragione in una gara. In uno spettacolo hai davanti persone che guardano e non sanno nulla di danza: in una gara hai giudici che osservano come ti muovi, l'espressività che hai, l'attinenza della coreografia alla musica, il costume se è attinente alla musica o no. Loro giudicano e ti fanno le pulci, lo spettatore guarda capendo poco e niente e per questo puoi " barare".  Non ho quindi molta esperienza in fatto di gare, ma parlo molto con le mie amiche e colleghe e so che ci sono danzatrici con un esperienza minima che vanno in gara, ma dipende da moltissimi fattori. Innanzitutto la danzatrice: una grande dose di autostima, che non deve sconfinare nella superbia, un talento naturale per la danza, una grande disponibilità in tempo per provare un infinità di volte, una buona disponibilità in denaro per un buon costume che faccia prendere punti (si arriva facilmente sui 200 euro), una buona predisposizione all'esibizione. Poi il tipo di gara: nelle gare molto grosse so che fanno diverse categorie, ma nella gara a cui ho partecipato io ci siamo ritrovate professioniste e amatoriali insieme, e va da sè che un'amatoriale come me contro una professionista, non ha speranze. L'insegnante è importante perchè è colei che ha esperienza, che può consigliarti o sconsigliarti di fare il passo "gara". Se la gara prevede categoria unica sia per soliste che per gruppi ( i duo sono gruppi) magari preferisce evitare di dare delusioni e far spendere soldi per nulla alle sue allieve. L'insegnante, cosa che non è difficile da immaginare, non è che si occupa d elle allieve solo per 2 ore alla settimana, ma pensa alle loro difficoltà a come fargliele superare, a cosa è meglio allestire per loro.
Quindi per un insegnante scegliere chi portare in gara, ed è un discorso di serietà ed onestà verso se stessa come insegnante, verso il gruppo, verso le sue allieve, tutte.  Poi possono esserci altre persone che vogliano vedere una danzatrice andare in gara, parenti o amici, ma l'affetto che possono provare per una danzatrice, non basta affatto per pagare la gara, i costumi, le lezioni extra, e non dà alcuna competenza nella valutazione della preparazione di una danzatrice, però aiuta quando si è giù di mortale e ci si sente di non potercela fare.

sabato 18 giugno 2016

Nel mondo della danza....

.... ci sono un sacco di danzatrici che se la menano.
Quindi oggi me la meno anch'io, in modo dannatamente autoironico, perchè è la chiave della mia danza: non per niente ero "il folle" accoppiato al "saggio".


Così oggi ho fatto anch'io il " video casalingo" con un abbigliamento davvero poco ortodosso.

Buon divertimento.


mercoledì 15 giugno 2016

una foto per...

Su Fb gira un nuovo tormentone contro l'abbandono degli animali: condividi la foto del tuo cane  o gatto per dire di no all'abbandono degli animali. Come se una foto potesse fare la differenza.
Io sinceramente di tutti sti pippolotti non ne posso davvero più: lasciano il tempo che trovano soprattutto se i post li possono vedere solo i tuoi amici e non il mondo intero. I tuoi amici ti conoscono: se sei uno che abbandona gli animali avrai amici che abbandonano gli animali e non gliene fotterà nulla del partecipare a questa campagna del cazzo. Se non abbandoneresti mai un animale (ma Manolo mi sta seriamente tentando) anche i tuoi amici non lo fanno perciò perchè postare una foto del genere? insomma l'idea può anche essere buona, ma il contesto è sbagliato: così come ho bannato fascisti omofobici qualunquisti dal mio profilo FB, anche le teste di cazzo che abbandonano ne verrebbero allontanate.
E poi a me una foto non basterebbe.
Ci sono migliaia di momenti condivisi con gli animali che sarebbero da rendere pubblici, compreso quella merda di Chihuahua a cui misi tutta la testa in una museruola da pastore tedesco per evitare di farmi mordere, perchè sarà anche piccolo ma i denti ce li ha lo stesso.
nella mia vita ci sono stati 13 gatti, più comparse varie, come il Matteo Migniri che era il primo gatto della mia vita ed era il gatto dei miei nonni: me lo ricordo come enorme. O svariati cuccioli trovati, tirati su a biberon e poi dati via, come il gatto Paco, "battezzato" Gigi  che mi riportava la pallina, e quelli salvati in mezzo alla strada o dalla strada come Lenticchia.
Cani uno solo per la verità, poi non avendo il tempo da dedicare ad un cane ho scelto di non averne altri, ma ne ho visti un po' in clinica e ce ne sono alcuni che mi hanno lasciato dei bellissimi ricordi come Teufel, doberman oversize, che veniva da me e si appoggiava di tutto peso ( lo faceva anche Mojito altro dobermann che sia una caratteristica di razza?) o il Rocky, pastore tedesco di cui tutti avevano paura ma che si faceva fare da me qualsiasi cosa.
Sarebbe un album fotografico davvero lungo, in cui di inserirei i porcospini a cui fare le terapie in clinica e il piccione con la commozione cerebrale.
Più che non abbandonarli, la vera campagna dovrebbe essere: non prenderti o regalare un animale se non sei più che certo di potertene prendere cura come si deve.

martedì 14 giugno 2016

Disavventure universitarie post laurea

Cosa accade se sei laureato in Italia e dall'estero cerchi di contattare la tua università per avere copie di documenti?
Ecco preparati a vivere un incubo tipo le 12 fatiche di Asterix.

Io non ci ho pensato prima di partire poco più di un anno fa, di ritirare pergamena dell'esame di stato e un paio di copie sostitutive di tutto: contattare l'università dall'estero per avere informazioni su come recuperare questi documenti (che mi appartengono) è un incubo!
Facciamo nomi e cognomi: sia mai che qualche altra università sia più "sveglia".
Mi sono laureata in medicina veterinaria alla frequentatissima università degli studi di Milano: non un università sconosciuta e poco frequentata, si parla di un università con migliaia di studenti iscritti ogni anno in diverse facoltà.
Intanto il sito UNIMI.it se non sei uno studente che cerca informazioni per le tasse o per iscriversi agli esami di corso o alle sessioni di tesi/esame di stato non è di facile uso.
Esiste contattarli hai 3 possibilità:
1- di persona tramite appuntamento,
2- telefonicamente con numero verde, o con  199,  o con numero normale con prefisso +39 05 (05? ma Milano non era 02?)
3- via mail, ma.... prima devi registrarti come esterno, poi scrivi la mail, la invii, dalla loro piattaforma e ti compare un bel messaggio "richiesta inoltrata perfettamente le risponderemo al più presto!"  e così è, solo che non ti dicono che DEVI TORNARE SULLA LORO PIATTAFORMA PER LEGGERLA, non come tutte le comuni mail di sto mondo che ti arrivano nella tua casella di posta elettronica.

Se pensate che per telefono sia più semplice preparatevi a:
- tempi di attesa ( a meno che non abbiate un culo spropositato)
- impiegata rimbambita (sempre che non abbia avuto il culo io di beccare la stessa per ben 2 volte: quello scazzo nella voce è indimenticabile)
- ripetere almeno 4 volte che siete all'estero e che non potete farvi migliaia di km per presentarvi allo sportello  ne tantomeno recuperare le marche da bollo
- scoprire che scrivendo tramite il format mail del sito web era meglio se allegavate la scansione di un documento, cosa che NON E' SCRITTA DA NESSUNA PARTE nel sito.

Ora spero mi risponda tramite mail qualcuno di abile, non un imbranato cronico, come la tizia di cui sopra, la cui, la volta precedente, mi ha detto che la pergamena non ha alcun valore (che strano qui a quanto pare è un documento valido!)

lunedì 13 giugno 2016

E' lunedì....

...e ogni tanto prende male pure me.
da dove comincio?
Ok da " sono le 8.30".
Le figlie sono già piazzate Kita + Grundschule, però prima di piazzarle ho dovuto stamattina all'alba delle 7 fare la "piazzata" sulle richieste alimentari. Sabato abbiamo preparato i muffin, venuti pure buoni per la verità: sabato sera stessa durante la serata cinema ne sono spariti la metà. "Evviva eureka gaudio e tripudio, finalmente mangiano qualcosa che hanno voluto e preparato loro!" Penso e m'illudo. Ieri mattina " bimbe lo volete il muffin?" "No" con quella voce lagnosa e quella faccia disgustata che faccio appello a tutta la pazienza che si desta prima del caffè per non mollare un paio di pizze in faccia a tutte e due. Stamattina idem, ma la pazienza non si è svegliata, forse complici i pensieri del cazzo che mi sono venuti in mente tra le 4 e le 5 del mattino, e così gli ho tirato la piazzata che:
1- le cose che cucinano poi le mangiano, perchè
      A - non ho voglia di mangiarle sempre tutte io,
      B - non ho voglia di buttare via cibo per niente.
2 - ci sono bambini che non hanno niente , vivono in una palestra e li conoscono per nome e cognome, visto che sono in classe con loro, perciò mi fanno il sacrosanto piacere di non stracciare la minchia con i capricci viziati e di mangiare sto cazzo di muffin che è pure buono.

Concluso il capitolo muffin, che ha come epilogo il fatto che non cucinano più un cazzo di niente se non hanno intenzione di mangiarlo la fase famigliare mattutina scorre via liscia, per lasciarmi sola con il mio secondo caffè i miei pensieri e Manolo che non so se brevettarlo come colla o come calamita.ognuno ha il rapporto che ha con i propri animali domestici, perchè comunque è creato da 2 individui con caratteristiche diverse,e  vi assicuro che per quanto bene voglia a questo gatto dal carattere buono, ( se andate indietro di 6 anni in questo blog trovate le foto di San Manolo Mona) ora che è vecchio e passa 20 ore su 24 a miag... ragliare vi assicuro che porta all'esasperazione, soprattutto se le restanti 4 di silenzio le deve per forza passare in braccio a me.

Ah non sono stata assunta come panettiera. Mi hanno chiamato per dirmelo. Gentili: in Italia manco ti rispondono ai curriculum se non gli interessi. Sono fiduciosa: prima mi ha risposto una libreria dicendosi interessati se potevo essere al lavoro dalle 4.45 (libreria dell'aeroporto, ha senso che alle 5 sia aperta) poi la catena di panetterie mi ha offerto un colloquio preliminare: la prossima occasione buona se va avanti così dovrebbe essere un contratto! Cioè dico di essere fiduciosa, ma sono di umore tutt'ora grigiognolo. Questo significa rimettersi dietro alle Bewerbungsbriefe ( lettera di presentazione) per posizioni anche veterinarie, e sinceramente vorrei rientrare come infermiera, non come veterinario o almeno non da subito. Significa anche avere a che fare con l'Italia per recuperare il mio esame di stato, che a quanto pare mi basta per farmi riconoscere il titolo di studio, e già mi vien male a pensare che la richiesta va fatta in marca da bollo, valore acquistabile solo in Italia.

Domani è il compleanno di Luca e sono convinta di avergli preso il regalo sbagliato. Di fatto era anche intuibile: è da inizio maggio che dice "devo prendermi i guanti (da sub) nuovi" ma io avevo già in mente tutt'altro regalo anzi ero già in moto da aprile per trovarlo, e così ho fatto. Quindi sto male solo all'idea di dargli un pacco-sorpresa-di-delusione. Io ci sono abituata ad avere più delusioni che sorprese per il mio compleanno, e per questo non sopporto dare delusioni agli altri, e purtroppo di tanto in tanto mi capita, come la volta che preparai i palloncini per la festa di compleanno di Marina, dimenticandomi che "no non le piacciono perchè poi scoppiano", o il lettore satellitare per Luca usato 2-3 volte, o il portafoglio che tutt'ora usa, ma che voleva scegliersi lui, o il treno della lego dell'
anno scorso che sì riportava la scritta "city" sulla scatola ma quello che voleva era una palazzina da costruire, non l'ICE/TGV/TAV.
E sempre per rimanere in tema regali, rimango in ansia per il pacco spedito ormai 2 settimane fa, direzione Italia, errore mio, posta normale e non tracciabile ( che poi è tracciabile fino al confine, dopodichè si spera lo stesso che arrivi) con dentro " articolo fuori produzione" non di enorme valore monetario, ma di grande valore affettivo.

Ecco queste sono le premesse del mio lunedì, che poi sono in parte le premesse anche della settimana. Forse dovrei solo rassegnarmi al fatto di aver sbagliato il regalo, che il pacco sia andato perso, che mi sta venendo la gastrite, che Manolo ci seppellirà tutti miag...ragliando, che se non c'è l'olio di palma dentro (nutella, biscotti, industriali etc...) non è buono ( ed io non sono una di quelle che si oppongono a questo ingrediente, ma a qualcosa devo pur dare la colpa, giusto per non prendermele tutte io come " cattiva madre" che non ha cresciuto a pane raffermo e olio le figlie) e andare avanti.

Aggiornamenti delle 12.53

Dopo aver scritto questo post ho fatto una buona azione gratuita, che non si sa mai porti buono.
Il ministero delle politiche ambientali, preposto al riconoscimento della mia laurea mi ha risposto mandandomi un paio di documenti che devo leggere e compilare.
Piccole cose che però fanno stare meglio.



mercoledì 8 giugno 2016

umore grigiognolo

In realtà i giochi non sono ancora fatti, ma quando una cosa la desideri davvero tanto nonostante le possibili complicazioni che possa dare, il timore di perderla o peggio averla già persa e non saperlo, è orribile.
Venerdì sono andata a fare il colloquio preliminare per un posto da panettiera, a 300 metri da casa mia. Mi hanno detto la chiameremo in settimana ed eventualmente il primo giorno sarà il 15 di giugno. Oggi è solo mercoledì, e la settimana è ancora lunga, ma l'ansia mi sale: il pessimismo che ti instillano in Italia sulle scarse possibilità di trovare un posto di lavoro lavora benissimo anche qui nonostante mi sia trasferita: ma non potevo buttarlo via come tante altre cose?
Poi so anche poco dei meccanismi dei colloqui di lavoro. Come veterinario ne ho fatto solo uno e il titolare della clinica mi ha pure presa per il culo, mentre per le altre cliniche la prassi è questa: chiedi sei puoi andare a vedere gratis, poi ti fanno sgobbare gratis e se gli piaci vieni assunta, cioè ti dicono che puoi lavorare lì come collaboratrice esterna, compenso ad ore, tutte le spese a carico tuo.
Due anni fa feci un colloquio per un azienda di logistica e feci una gran figura di cazzo: capii solo anni dopo quale fu il grave errore.
Quindi ora sono stritolata dall'ansia che non mi chiameranno e sto cercando tutti i motivi per cui non possa andargli bene, dal fatto che non sono madrelingua, che sono mamma, che sono laureata, che ho più di 40 anni, che non ho esperienza come venditrice in panetteria, averne parlato troppo carica di entusiasmo....
Eppure delle 5 persone che dovevano essere intervistate quel giorno io ero la quarta nella scaletta degli appuntamenti e sono stata la prima ad essere intervistata.

venerdì 3 giugno 2016

Meglio tardi che mai

Ecco ripensando alla mia vita " meglio tardi che mai" è una frase che riassume parecchi punti salienti.

Diploma del liceo: 2 anni di ritardo
Laurea: ho perso il conto degli anni fuori corso
Patente per la moto: a 30 anni
Figlie: più verso i 40 che verso i 30
Trucco: Sto imparando a 42 anni suonati.

Senza contare la miriade di cose che in genere ci metto più tempo della media a concludere.

Ecco direi che meglio tardi che mai !